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Riconoscere la stipsi: criteri di Roma III

L’inquadramento clinico della stipsi può risultare complesso soprattutto a causa della percezione soggettiva che il paziente ha della stipsi.
L’obiettivo primario del medico è quello di diagnosticare se effettivamente il paziente che ha di fronte è affetto da stipsi cronica, secondariamente indagare le cause per poter escludere condizioni concomitanti o altre patologie all’origine del rallentato transito intestinale.

La prevalenza media della stipsi in Italia è del 18%

Tuttavia, tali dati risultano sottostimati, in quanto gran parte dei pazienti affetti da stipsi sfugge alle stime epidemiologiche non utilizzando il sistema sanitario e ricorrendo all’auto-prescrizione attraverso l’utilizzo di farmaci da banco o terapie complementari. La stipsi interessa prevalentemente il sesso femminile, (25% femmine rispetto a 11% maschi) ed è frequente negli anziani. Tale patologia viene generalmente classificata in una forma primaria o idiopatica ed una forma secondaria ad altre condizioni.

Stipsi primaria 

La stipsi primaria viene suddivisa in tre sottotipi in base alle caratteristiche del transito intestinale:

  • stipsi con normale transito
  • da rallentato transito
  • da disturbi della defecazione

Per quanto riguarda la Sindrome da Intestino Irritabile (SII), è da rilevare come nella prassi clinica non sempre sia facile effettuare una diagnosi differenziale fra stipsi e SII, associata a stitichezza. Le nuove evidenze scientifiche suggeriscono di considerare lo spettro globale dei sintomi riferiti dal paziente e non soltanto il numero di evacuazioni settimanali. La definizione di stipsi funzionale a cui attualmente si fa maggior riferimento è quella dei ‘Criteri di Roma’, nella versione più recente (Criteri di Roma III – 2006).

Sulla base dei Criteri di Roma, per la diagnosi di stipsi devono sussistere almeno due delle seguenti condizioni negli ultimi 3 mesi:

  • feci dure;
  • sensazione di evacuazione incompleta;
  • sensazione di ostruzione/blocco ano-rettale;
  • meno di 3 evacuazioni settimanali.

 

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