gas intestinale

07/03/2024

Eccesso di gas intestinale e stipsi: perché sono collegati?

Benessere intestinale
stitichezza e aria nella pancia

L’eccesso di gas intestinali può provocare molti disagi nella quotidianità, ad esempio gonfiore addominale e crampi all’addome. Da cosa è causata questa condizione e quali sono i rimedi per contrastare la formazione di gas intestinale?
In questo articolo risponderemo a queste domande, approfondendo anche la correlazione tra la formazione di aria nell’intestino e la condizione di stipsi. Infine scopriremo il ruolo dei batteri del microbiota e la loro importanza nel condizionare un disturbo diffuso come la stitichezza.

Cosa si intende per “eccesso di gas intestinali”?

La condizione di eccessivo accumulo di gas nel tratto intestinale (o meteorismo) è un disturbo molto comune, che provoca una fastidiosa sensazione di pienezza nell’addome.
Avere gas intestinali è un fastidio comune e naturale: la produzione di questi gas nel tratto gastrointestinale costituisce una conseguenza del processo digestivo. Infatti, il gas entra nel tratto digestivo quando ingeriamo aria durante i pasti e quando i batteri del microbiota, presenti nell’intestino, scompongono il cibo (fermentazione).
La maggior parte del gas ingerito o prodotto viene assorbita dalle pareti intestinali e messa in circolo nel sangue, per poi essere eliminata dall’organismo umano mediante la respirazione. L’eventuale gas in eccesso che non riesce ad essere assorbito viene espulso dalla bocca, attraverso l’eruttazione, oppure dall’ano (flatulenza).
Quando il gas rimane intrappolato o non si muove lungo il tratto gastrointestinale, allora è possibile che si accumulino gas in maniera eccessiva, con conseguente gonfiore addominale.

Quali sono i sintomi di un eccesso di gas intestinale?

Il sintomo principale per riconoscere la presenza di gas addominali è il gonfiore addominale, che può essere accompagnato da:

  • sensazione di pienezza nell’addome;
  • a volte aumento visibile della circonferenza addominale (distensione addominale);
  • dolore e crampi addominali;
  • eccessiva emissione di gas dalla bocca (eruttazione) o dall’ano (flatulenza).

Perché si forma l’aria nell’intestino?

La formazione di gas intestinali può dipendere da molteplici cause. Spesso l’eccesso di aria nella zona addominale può essere originato da un’eccessiva ingestione di aria, oppure dal tipo di alimentazione; mentre in altri casi, il gas intestinale in eccesso può essere un sintomo della disbiosi intestinale, una condizione correlata ai microrganismi del microbiota. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Cibi che favoriscono la formazione di gas intestinale

Nella maggior parte dei casi, l’eccessiva quantità di gas è correlata all’alimentazione e può dipendere dall’ingestione di aria durante la deglutizione di cibi e bevande. In altri casi, invece, l’accumulo di gas nell’addome può essere dovuto all’assunzione di cibi che favoriscono la formazione di gas da parte della flora batterica intestinale.
Nel secondo caso si tratta di alimenti particolarmente ricchi di fibre le quali, una volta arrivate nel colon, sono soggette alla fermentazione da parte della flora batterica intestinale, che le decompone producendo gas. Ecco quali sono gli alimenti che inducono la formazione di gas a causa della loro composizione:

  • fagioli e, più in generale, legumi;
  • frutta e verdura;
  • cereali integrali;
  • alimenti ricchi di zuccheri semplici, come i dolci.

Il ruolo del microbiota nel gonfiore addominale

Oltre all’alimentazione, anche il microbiota può avere una correlazione diretta con la produzione di gas intestinale. Infatti, l’eccessiva produzione di gas genera uno stato di gonfiore addominale e tensione che va evitato e spesso può essere sintomo di disbiosi intestinale, una condizione causata dall’aumento di microrganismi patogeni all’interno del microbiota.
Per comprendere al meglio questa condizione, è bene sapere che il microbiota intestinale svolge importanti funzioni per l’organismo umano, come quella di metabolizzare i prodotti della digestione, elaborandoli e convertendoli in sostanze preziose per la salute. Ad esempio, una delle funzioni svolte da un microbiota sano, in cui prevalgono specie protettive di batteri come i bifidobatteri, è la produzione di acidi grassi a catena corta, sostanze importantissime che modulano da molti punti di vista i meccanismi alla base della regolarità intestinale.
Le fibre insolubili sono nutrimento per i batteri buoni del microbiota ed è per questo che è fondamentale introdurne nella giusta quantità ogni giorno: per permettere ai nostri batteri di fare bene il loro lavoro.
Attenzione però: si è anche dimostrato che non è la fibra in sé a fare bene, ma la fibra abbinata a un microbiota in equilibrio, ovvero dominato da specie protettive. In altre parole, in condizioni di flora intestinale alterata una elevata quantità di fibra può produrre una fermentazione eccessiva e non benefica.
Secondo uno studio molto recente, un microbiota sano e nutrito con una giusta quantità di fibre genera molti acidi grassi a catena corta che hanno funzioni importanti, come:

  • proteggere la mucosa intestinale e preservare l’integrità della barriera intestinale e quindi il suo corretto funzionamento;
  • regolare le contrazioni dell’intestino, stimolando la produzione di serotonina.

Un microbiota in stato di disbiosi, invece, avrà una prevalenza di batteri potenzialmente patogeni e metabolizzerà le fibre, poche o molte che siano, producendo gas in eccesso.

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Stitichezza e gonfiore sono quindi correlati?

Dallo studio è emersa una questione importante, che spiega che la sovrapproduzione di gas dovuta a disbiosi, è associata alla riduzione di serotonina, un neurotrasmettitore che, nell’intestino, è responsabile della motilità e quindi determina stitichezza o diarrea in base alla propria concentrazione. Nel dettaglio: maggiore è la produzione di serotonina intestinale, maggiore sarà la frequenza dei movimenti intestinali; minore è la quantità di serotonina, minore sarà la regolarità intestinale.
Detto in altri termini, un microbiota sano può produrre la giusta quantità di serotonina, importante per favorire il transito intestinale. Mentre, in condizione di disbiosi la fermentazione intestinale produce più gas che acidi grassi a catena corta e, per questo motivo, la stimolazione di produzione di serotonina intestinale è inferiore. Quindi, quando il nostro microbiota intestinale presenta un numero troppo elevato di agenti patogeni, la produzione di serotonina diminuirà e l’organismo registrerà la condizione di stitichezza. In questo caso, la difficoltà di evacuazione che caratterizza la stipsi potrebbe impedire l’eliminazione di gas dall’ano, facilitando così la formazione di aria. Questo spiega come la sensazione di pancia gonfia e la stitichezza sarebbero, quindi, correlati.
Inoltre, la serotonina, che è dunque strettamente legata alla stipsi e alla funzionalità intestinale risente anche della interrelazione fra cervello e intestino e partecipa di questo complesso dialogo che riguarda la vita di ognuno di noi.

Espellere aria dalla pancia: esistono rimedi ad hoc

Per ridurre o prevenire l’eccesso di gas intestinali, il medico analizza la condizione della persona con gonfiore addominale e, solo dopo aver individuato la causa di questa condizione, individua un trattamento specifico.
Quando il gonfiore addominale è correlato alla dieta alimentare, il medico può raccomandare semplici variazioni nelle abitudini alimentari, consigliando cibi che facilitano il processo di digestione. Mentre, se questa condizione è correlata a problemi di salute, allora il trattamento varia e può coinvolgere anche la terapia farmacologica.
In caso di stitichezza, ristabilire l’equilibrio del microbiota si conferma un obiettivo primario per la salute dell’intestino e dell’intero organismo. Per ritrovare l’equilibrio della flora batterica, è possibile ricorrere a un trattamento con probiotico. È bene precisare che questa tipologia di trattamento non sostituisce l’uso di un lassativo idoneo, scelto in base al meccanismo di azione più adatto a noi, ma lo completa secondo un approccio moderno al disturbo della stitichezza.
In conclusione, si ricorda di rivolgersi al proprio medico e affrontare questi sintomi con l’adeguato supporto di uno specialista poiché, se in alcuni casi l’eccesso di gas intestinali è correlato a cattiva alimentazione e può essere trattato con giuste modifiche del proprio stile di vita, in altri casi questa condizione potrebbe essere correlata a disturbi intestinali o a patologie più gravi, che necessitano un parere medico.

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