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Cistite ricorrente nelle donne: c’entra la stitichezza?

Come noto, la stitichezza è un problema soprattutto femminile.

In particolare la stipsi cronica colpisce in Italia oltre 2 milioni di donne, non solo causando disturbi a livello dell’intestino, ma favorendo l’insorgere di problematiche legate alle vie urinarie e anche alla sfera intima.

La presenza prolungata di feci all’interno dell’intestino (stasi fecale) determina uno squilibrio della flora batterica che si ripercuote sugli apparati limitrofi all’intestino: vie urinarie e apparato riproduttivo.

È ormai accertato che la salute intima femminile è collegata allo stato del microbiota intestinale: un cambiamento della sua composizione batterica, oltre ad alterare la regolarità intestinale e indebolire il sistema immunitario, può favorire il passaggio di agenti infettivi come Escherichia coli e Candida albicans dal colon e innescare cistiti e infezioni intime ricorrenti.

All’origine della cistite

Tutto questo è dovuto alla particolare situazione anatomica femminile: l’uretra, il canale da cui fuoriescono le urine, si trova a pochi centimetri dall’orifizio anale e questo fa sì che facilmente i batteri intestinali migrino verso l’uretra e da lì risalgano fino alla vescica, causando un’infezione dolorosa e insidiosa, perché tende a ripresentarsi periodicamente: la cistite.

I sintomi della cistite sono urgenza di urinare, bruciore, senso di pesantezza e, in caso di infezione grave, anche febbre. Le cause sono complesse, ma sicuramente nella fase iniziale la contaminazione intestinale è determinante.

Lo confermano alcuni studi recenti dedicati a questo tema. Il primo ha stabilito un’associazione tra l’abbondanza di un batterio presente nelle feci e quindi nel microbiota intestinale e le infezioni delle vie urinarie da quello stesso ceppo di batteri (Enterococchi).

Il secondo ha dimostrato che la stessa cosa accade con un altro batterio, l’Escherichia coli: quando esso era presente in una quantità superiore all’1% delle feci, aumentava significativamente la possibilità che i soggetti sviluppassero infezioni urinarie causate dallo stesso agente patogeno.

Stitichezza e disbiosi

Queste scoperte ci permettono di comprendere come la stitichezza debba essere inquadrata in una prospettiva di salute più ampia, che parte dall’equilibrio del microbiota intestinale, soprattutto nella donna.

In caso di difficoltà ad andare in bagno, oltre ad affrontare il disagio della costipazione e dei sintomi ad essa correlati, occorre occuparsi delle conseguenze della disbiosi associata alla permanenza delle feci nell’intestino, ovvero ripristinare la supremazia delle specie batteriche protettive nell’intestino con una opportuna integrazione probiotica.

Emerge dunque l’opportunità di un approccio completo alla stitichezza basato sull’abbinamento fra lassativo e probiotico.

In questo senso, può essere utile prendere in considerazione un abbinamento funzionale ad agire sul sintomo costipazione e su una delle sue possibili cause:

– un lassativo osmotico in grado di liberare l’intestino, senza dolore né crampi;

– un integratore simbiotico con caratteristiche qualitative documentate, che unisce cioè in un unico prodotto il batterio probiotico e una fibra, ovvero il nutrimento di una specie protettiva presente nella flora batterica: i Bifidobatteri.

Parliamo di un complesso che contiene una fibra attiva naturale brevettata FOS Actilight, il Bifidobacterium longum BB536 e la vitamina B6, per supportare la normale funzione del sistema immunitario. Per maggiori informazioni, clicca qui.

Bibliografia

– Matthew Magruder, Gut commensal microbiota and decreased risk for Enterobacteriaceae bacteriuria and urinary tract infection, Gut Microbes, Volume 12, 2020 – Issue 1

– Meљtrović T et al. Diagnostics (Basel). 2020 Dec 22;11(1):7.