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28/02/2024
La stitichezza è un disturbo molto comune. È determinata dal passaggio scarso (meno di tre evacuazioni settimanali, secondo i criteri di Roma) e difficile delle feci. I fattori coinvolti nella patogenesi della stitichezza sono molti e una loro adeguata comprensione può svolgere un ruolo chiave nella gestione della malattia, oltre che nella pianificazione e nella scelta del trattamento più opportuno.
Ad esempio, favoriscono la stitichezza un’alimentazione ricca di grassi e povera di fibre, la mancanza di un’adeguata assunzione di liquidi, squilibri ormonali, predisposizione genetica, cure farmacologiche, problemi anatomici, stress occasionali e prolungati, poca attività fisica e scarsa motilità intestinale.
Il movimento intestinale (peristalsi), è fondamentale per eseguire una corretta evacuazione. Una scarsa muscolatura addominale, un rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico, una disfunzione senso-motoria rettale sono tutti fattori che possono rallentare il transito intestinale. Il cibo, infatti, una volta ingerito, ha tanta strada da fare prima di venire espulso.
Il transito intestinale avviene secondo meccanismi che, se ben regolati, prevedono il movimento del contenuto intestinale e la sua trasformazione in feci di forma e consistenza tali da rendere semplice la loro espulsione.
Il cibo, una volta ingerito, si ferma nello stomaco dove acqua e succhi gastrici lo trasformano in un composto semifluido per poi inviarlo all’ingresso dell’intestino tenue. Comincia qui un lungo viaggio: basti pensare che l’intestino tenue è lungo circa 4-5 metri e che lavora sempre, muovendosi e trasformando il composto che ha ricevuto in energia e nutrimento che distribuisce ai vari organi attraverso la rete di vasi sanguigni.
Sono le sue contrazioni, chiamate peristalsi, a spingere le parti non assorbite del composto verso l’intestino crasso che è suddiviso in tre parti: cieco, colon e retto. È in questa area che si concentra il nostro microbiota, l’insieme di microrganismi che vive in simbiosi con il nostro organismo e abita nel nostro apparato digerente.
Studi recenti suggeriscono che le contrazioni dell’intestino dipendano anche dallo stato del microbiota.
Un microbiota sano, in cui cioè prevalgono le specie batteriche protettive, come Bifidobatteri e Lattobacilli, pare sia in grado di favorire la peristalsi attraverso una serie di complessi meccanismi che hanno a che fare con metaboliti batterici intestinali (ad esempio acidi grassi a catena corta).
Al contrario, una presenza eccessiva di batteri potenzialmente patogeni genererebbe una sovraproduzione di gas, inibendo la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore responsabile delle contrazioni della parete enterica.
Chi soffre di stitichezza accompagnata da un numero ridotto di movimenti intestinali, potrebbe presentare un’alterazione nella composizione della flora intestinale e in particolare una riduzione di Bifidobatteri.
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Ristabilire l’equilibrio del microbiota, può portare a migliorare la risposta immunitaria dell’organismo, così come le funzioni metaboliche e il processo digestivo mediati dalla flora batterica. Significa, in altre parole, avere agito su un’alterazione che rappresenta una delle cause della stipsi.
Resta poi da trattare il sintomo, cioè la costipazione, aiutando l’intestino a liberarsi. È possibile adottare molti tipi di rimedi lassativi. L’importante è chiedere consiglio al proprio medico di fiducia o al proprio farmacista di riferimento prima di effettuare qualsiasi scelta.
Vediamo una panoramica dei rimedi lassativi possibili:
In conclusione si può dire che, in caso di stitichezza, il disturbo non va mai sottovalutato, ma affrontato nel modo più completo possibile.
Partendo da una revisione delle proprie abitudini comportamentali e agendo da subito con una integrazione probiotica e prebiotica mirata sullo squilibrio della flora batterica intestinale che accompagna la stipsi e mette tutto l’organismo in una situazione di maggiore fragilità. A maggior ragione se la stipsi si protrae da lungo tempo, sottoponendo l’intestino a una situazione di infiammazione latente molto nociva.
E soprattutto imparando a scegliere un trattamento lassativo efficace per aiutarci a liberare l’intestino, in base a criteri di opportunità che cambiamo da persona a persona.
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