Fra luoghi comuni e gestione fai-da-te
La stipsi cronica è spesso sottovalutata e condizionata da comportamenti che rallentano o...
02/08/2024
La stitichezza cronica è un disturbo intestinale che può provocare sintomi spiacevoli, come: feci dure, gonfiore addominale e difficoltà ad andare in bagno. Si tratta di una condizione che, spesso, può richiedere l’ausilio di clisteri, preparati liquidi che vengono inseriti nel retto per facilitare i movimenti intestinali e pulire l’intestino.
Il clistere è una pratica molto antica, che risale agli antichi egizi. Sebbene questa sia ancora utilizzata in ambito medico, oggi esistono anche altri strumenti che permettono di ripulire l’intestino, come per esempio l’idrocolonterapia, una pratica che apporta numerosi vantaggi in termini di efficacia, igiene, comfort. In questo articolo vediamo quando ricorrere ai clisteri e all’idrocolonterapia e come questi supporti possano aiutare coloro che soffrono di stitichezza, presentando i benefici e le controindicazioni di queste pratiche.
L’uso di clisteri ha origini piuttosto lontane: secondo alcuni documenti sembrerebbe risalire perfino all’epoca egizia. Le prove della sua esistenza si trovano in un papiro del 1500 a.C. in cui tra le tante prescrizioni di igiene e medicina, si raccomanda l’utilizzo di questo strumento agli studenti.
Dieci secoli dopo lo storico greco Erodoto, nelle sue Storie degli Egiziani, viene confermata ulteriormente la sana abitudine del popolo egizio di purgarsi ogni mese per tre giorni di seguito con clisteri per pulire l’intestino. Questa antica pratica era basata sulla convinzione che tutte le malattie dell’uomo derivassero dalla cattiva assimilazione dei cibi. Gli Egiziani antichi attribuivano grande importanza a questo aspetto della salute, tanto che vi era un medico specializzato di alto rango denominato “il custode dell’ano”.
Anche Ippocrate di Kos, il celebre medico vissuto nel 460 a.C e considerato il padre della medicina moderna, ha lasciato importanti insegnamenti scritti inerenti a questa pratica. Tra i suoi consigli, raccomandava l’uso di clisteri a base di decotti di foglie di cavolo, resi emollienti grazie all’aggiunta di miele e olio d’oliva.
Passando al XV secolo, il lavaggio intestinale è diventato poi il rimedio favorito alla Corte di Parigi, tanto che veniva praticato persino sui numerosi cani del canile regale.
Infine, secondo la tradizione storica popolare, il primato nel ricorso ai clisteri spetta senza dubbio al suo successore Luigi XIII. Da bambino, Luigi non lo tollerava e fu costretto dalla madre, l’italiana Maria dei Medici, fervida sostenitrice della idrocolonterapia, a sottoporsi a lavaggi intestinali a colpi di frusta. Tuttavia, da adulto ne divenne un abituale utilizzatore. Secondo quanto riportato dal protomedico di corte, il dottor Héroard, persino a sottoporsi a ben 212 lavaggi in un solo anno.
Prima di addentrarci nei benefici e nelle controindicazioni di questo metodo, a cosa servono i clisteri? Come già anticipato, il clistere è un preparato liquido che viene inserito nel retto per scopi terapeutici.
Si tratta di un procedimento medico che può essere effettuato in autonomia o direttamente da specialisti, al fine di:
La somministrazione di un clistere è una procedura sanitaria piuttosto comune che permette di ripulire l’intestino e che presenta svariati benefici, primo tra tutti il trattamento della stitichezza cronica negli adulti.
Oltre ad essere utilizzato per somministrare farmaci e per preparare il retto a specifici esami, infatti, il clistere viene spesso consigliato dai medici come supporto aggiuntivo per le persone che soffrono di stipsi. Secondo gli specialisti, stimolare la parte finale del retto con un clistere rimane una delle opzioni per favorire la peristalsi (la contrazione muscolare che rende possibile il movimento intestinale), soprattutto per le persone che presentano sintomi correlati alla stipsi, come la presenza di feci dure e secche.
Sebbene i clisteri facilitino la defecazione, aiutando le persone che soffrono di stitichezza a ristabilire il transito intestinale regolare, è importante precisare che questi supporti possono presentare controindicazioni se non usati correttamente e senza il parere di uno specialista. Per questo, è consigliabile chiedere il parere del proprio medico o del farmacista di fiducia.
L’idrocolonterapia è una pratica medica che rappresenta l’evoluzione tecnologica dei tradizionali clisteri. Questa viene normalmente utilizzata come preparazione per procedure mediche, come per esempio la colonscopia, l’esame che permette di verificare direttamente lo stato di salute della mucosa intestinale e che richiede l’eliminazione delle feci dal tubo enterico.
Dal punto di vista medico, l’idrocolonterapia offre molteplici vantaggi in termini di efficacia, igiene e comfort. Ciò che differenzia l’idrocolonterapia dal suo predecessore clistere è che con questo metodo tecnologico, il lavaggio con acqua depurata non si limita all’ampolla rettale, ma risale fino all’intestino cieco, ripulendo tutto il tratto dove si depositano le scorie, fino al limite naturale dell’intestino superiore, ovvero la valvola ileo-cieco-colica. Un tempo questa zona del corpo era nota come “la barriera degli speziali”, proprio perché segnava il confine oltre il quale nessun trattamento “curativo” di lavaggio poteva risalire. È proprio per questo motivo che spesso l’idrocolonterapia viene utilizzata per ripulire l’intestino, eliminando il materiale di scarto e i batteri dal corpo.
Grazie al suo meccanismo d’azione, secondo alcuni specialisti l’idrocolonterapia può essere considerata un valido alleato nel trattamento della stitichezza, soprattutto per le persone anziane. Questo perché l’azione meccanica sulla mucosa terminale dell’intestino e la presenza di acqua depurata sarebbe in grado di favorire uno sblocco della massa fecale.
Tuttavia, è importante prestare attenzione poiché alcuni pareri medici suggeriscono che la cosiddetta purificazione dell’intestino potrebbe non essere necessaria. Allo stesso tempo, secondo i medici, questa procedura non dovrebbe essere considerata come un trattamento curativo universale.
I sostenitori della pulizia del colon sostengono che le tossine presenti nel tratto gastrointestinale possano causare una serie di problemi di salute, come artrite e ipertensione. Credono che questa pratica possa migliorare la salute rimuovendo le tossine, aumentando l’energia e rafforzando il sistema immunitario.
Tuttavia, attualmente non esistono prove che dimostrano che la pulizia del colon possa produrre i benefici appena citati. A tal proposito, molti specialisti ritengono che non sia necessario ripulire l’intestino per rimuovere le tossine, perché questo processo di pulizia viene già eseguito dall’apparato digerente, che è in grado autonomamente di eliminare i materiali di scarto e i batteri che non servono o sono nocivi all’organismo.
Inoltre, la pratica dell’idrocolonterapia potrebbe essere dannosa per molte persone e potrebbe provocare effetti collaterali, come:
Secondo molti specialisti, quindi, inserire grandi quantità di acqua nel colon attraverso un tubo inserito nel retto sarebbe una pratica poco salutare e poco utile. Da un lato l’idrocolonterapia sembra essere una pratica non salutare perché può generare una serie di controindicazioni quali: disidratazione, lesioni, infezioni, alterazioni elettrolitiche, con gravi conseguenze per chi soffre di problemi renali e cardiocircolatori. Dall’altro questo metodo pare non rivelarsi utile per contrastare la stipsi perché, in realtà, contribuisce ad impoverire la flora batterica e ad alterare i meccanismi che regolano la defecazione.
Alla luce di quanto affermato finora, se desideri sottoporti all’idrocolonterapia ti consigliamo di:
Sappiamo quanto la stitichezza possa compromettere il benessere generale e quanto sia importante individuare un trattamento specifico che possa ristabilire l’equilibrio intestinale.
I rimedi per liberare l’intestino sono molteplici. Tuttavia, pur offrendo alcuni benefici, alcune di queste pratiche possono alterare gli equilibri intestinali, incluso quello della motilità.
In questo caso, l’idrocolonterapia può depauperare la mucosa intestinale dei batteri protettivi, compromettendone il corretto il funzionamento.
In sintesi, i clisteri possono risultare efficaci nel trattamento della stitichezza, ma solo se utilizzati sotto la supervisione di uno specialista. Identificare la causa alla base della stipsi è il primo passo per individuare il trattamento più adatto alla propria situazione. Pertanto, è consigliabile consultare il proprio medico o il farmacista di fiducia per individuare il trattamento specifico in base ai fattori scatenanti.
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