ragazzo con carta igienica

11/03/2024

Cos’è la stitichezza cronica?

Benessere intestinale
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La stitichezza cronica è un disturbo molto comune, caratterizzato dalla difficoltà costante e quotidiana nell’evacuare e nello svolgere in maniera completa la funzione intestinale.
La condizione di stitichezza è chiamata anche stipsi, parola che deriva dal greco styphein che significa “stretto”. Quando non si limita a episodi sporadici (stitichezza transitoria), la stitichezza diventa cronica e produce un effetto debilitante e invalidante sulla qualità della vita.
Purtroppo, in molti casi, questo disturbo intestinale non viene trattato con l’importanza che merita. Alcune ricerche hanno evidenziato come tante persone si trovino in condizione di stitichezza cronica da anni (il 45% da 5 anni o più) senza aver mai trovato un rimedio. Infatti, alcune persone hanno esperienza di lunghi periodi della loro vita caratterizzati da:

  • scarsi movimenti intestinali;
  • sensazione di gonfiore e tensione addominale;
  • bisogno di evacuare unito a incapacità di compiere l’azione.

Il disagio provocato dalla stitichezza cronica può compromettere persino la capacità di lavorare perché la persona:

  • si trova condizionata dalla necessità di trovarsi sempre nelle vicinanze di un bagno;
  • in caso di stimolo, ha bisogno di un tempo lungo e di sforzi prolungati per poter evacuare.

Insomma, quando non si trovano rimedi per la stitichezza cronica, questa può compromettere lo stato di salute generale, i rapporti sociali e persino le condizioni psicologiche. In questo approfondimento vedremo una panoramica sulla stitichezza cronica per capire quali fattori facilitano questa condizione, come riconoscerla e come individuare il trattamento corretto per ristabilire il proprio benessere intestinale.

Quali sono i fattori che causano la stitichezza?

I fattori che favoriscono lo sviluppo della stitichezza sono molteplici e di varia natura. Tra le cause principali della stitichezza cronica si possono identificare:

  • patologie che interessano l’apparato gastrointestinale, come: diverticolosi e malattie infiammatorie croniche intestinali;
  • patologie croniche, tra cui: diabete e Morbo di Parkinson;
  • assunzione di farmaci particolari, ad esempio gli oppioidi.

Prima di diagnosticare la stitichezza cronica è necessaria un’attenta disamina delle condizioni del paziente, così da escludere cause esterne o secondarie che possano averla determinata. Infatti, solo a seguito di una visita medica approfondita, sarà possibile individuare il trattamento della stitichezza cronica adatto alle esigenze della persona.

Cosa provoca la stitichezza cronica

Chi soffre di stitichezza cronica convive con un difficile problema, che può condizionare negativamente tutta la sua giornata. Questo disturbo intestinale, infatti, provoca una sensazione di disagio che accompagna la persona durante tutte le sue attività quotidiane. Per ristabilire il benessere intestinale e tornare a vivere le giornate con spensieratezza, è fondamentale individuare rimedi che possano contrastare i sintomi della stitichezza cronica.
I sintomi più evidenti che segnalano la condizione di stitichezza cronica sono:

  • feci piccole e dure;
  • numero ridotto di evacuazioni (meno di tre alla settimana);
  • sforzo eccessivo e doloroso nell’evacuazione;
  • sensazione di evacuazione incompleta;
  • disagio addominale e senso di ostruzione anale.

È bene non sottovalutare questi sintomi poiché, a lungo andare, possono portare allo sviluppo di altri disturbi, come: prolasso anale, emorroidi e rialzo pressorio dovuto allo sforzo.

Riconoscere la stitichezza in base ai tempi del transito intestinale

La stitichezza cronica può essere caratterizzata anche in base al tempo di passaggio delle feci lungo tutto l’intestino fino all’espulsione. Nel dettaglio possiamo parlare di tre tipologie di transito:

  • transito lento: questa condizione si registra quando c’è una grande lentezza nel passaggio delle feci attraverso il colon, che ritarda in modo significativo il momento della loro espulsione;
  • transito normale: ovvero quando le feci attraversano a una velocità normale il percorso del colon;
  • transito accelerato: avviene quando le feci scorrono molto velocemente e la mucosa intestinale non assorbe l’acqua, provocando un impulso incontrollato ad andare in bagno (diarrea).

Alcune persone possono manifestare i sintomi tipici di stitichezza cronica (difficoltà di evacuazione, gonfiore, dolore addominale, feci dure) anche con un transito normale. Questo può essere determinato da una ridotta sensibilità rettale, che impedisce di percepire e di controllare le contrazioni necessarie a espletare la funzione espulsiva delle feci.
Tutto il processo dell’evacuazione è frutto, quindi, di un equilibrio e di una procedura che il nostro intestino governa senza ammettere errori. Conoscere i passaggi fondamentali dell’evacuazione è essenziale per trovare cause e rimedi alla stitichezza cronica.

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Stitichezza cronica: come funziona l’intestino?

La defecazione è un processo delicato che coinvolge alcune parti dell’apparato gastrointestinale che lavorano insieme per portare a buon fine il loro compito. Nel dettaglio, le parti che attivano il meccanismo sono:

  • il retto, ultima porzione del tubo digerente;
  • il complesso muscolare dello sfintere anale;
  • il pavimento pelvico.

Quando arriva il momento della defecazione, tutte queste parti agiscono in maniera coordinata, seguendo questi passaggi:

  • l’arrivo delle feci nell’ampolla rettale;
  • lo stimolo provocato dal loro peso all’interno dello sfintere anale interno, che sviluppa una pressione e un conseguente riflesso, attraverso il quale controllare la fuori uscita delle feci;
  • l’avvicinamento delle feci allo sfintere anale esterno che aumenta la sua pressione e, tramite gli impulsi trasmessi dal nostro cervello, esegue le contrazioni necessarie e permette l’evacuazione.

Come avrai dedotto, la stipsi è dunque anche un fatto funzionale, dettato dal buon funzionamento di questi meccanismi. Il passaggio del materiale fecale nel retto è, quindi, coordinato dalla pressione e dalle contrazioni del pavimento pelvico. Possiamo definire il processo di defecazione come una sorta di danza che si basa su movimenti di distensione e di contrazione. Un mancato equilibrio tra tutti questi passaggi può concorrere a favorire la stitichezza cronica.
Ad esempio, basta un’eccessiva contrazione dei muscoli pelvici per mantenere le feci nella parte alta del retto senza farle entrare in contatto con la mucosa anale e impedire l’evacuazione. Nei casi di mancato equilibrio tra i passaggi che abbiamo visto, esistono percorsi di rieducazione “funzionale” che permettono di favorire il miglioramento della meccanica di questo delicato e importantissimo processo. Se la stitichezza è refrattaria ai lassativi disponibili va valutata da uno specialista con esami di approfondimento sulla funzione anorettale e sul transito del colon.

Come affrontare la stitichezza cronica: rimedi efficaci per ristabilire il benessere intestinale

La stitichezza cronica può generare un vero e proprio stato di ansia, tale da indurre la persona che ne soffre a trovare rimedi in maniera autonoma, quando invece sarebbe meglio cercare assistenza, per comprendere le cause e trovare quindi il giusto approccio terapeutico.
Dai preparati erboristici fino al lassativo osmotico, sono oggi disponibili molti rimedi che possono alleviare e contrastare i sintomi della stitichezza.
Vediamo insieme le opzioni di trattamento da intraprendere in caso di stipsi, ricordando di chiedere consiglio al proprio medico, così da ricevere una consulenza personalizzata, che rispetti le proprie esigenze.

Alimentazione per la stitichezza cronica

In molti casi la stitichezza potrebbe essere trattata attraverso piccoli cambiamenti nella propria dieta alimentare, prediligendo il consumo di cibi che possano favorire il transito intestinale. Ecco alcune abitudini alimentari che possono aiutare il nostro organismo in caso di stitichezza cronica:

  • aumentare gradualmente l’apporto di fibre alla dieta. È importante che la quantità di fibre da aggiungere venga consumata in maniera graduale, in modo tale che il corpo si possa abituare, e che questo consiglio alimentare sia abbinato a un parallelo aumento del consumo di acqua da bere. Le fibre possono essere assunte mediante i seguenti alimenti: cereali integrali; legumi; frutta; verdure;
  • evitare o limitare il consumo di cibi grassi, come per esempio gli alimenti fritti.

Oltre a migliorare il proprio regime alimentare introducendo più fibre ed eliminando cibi troppo grassi, esistono alcune buone abitudini che permettono di migliorare il proprio stile di vita, come:

  • svolgere regolare attività fisica;
  • bere più acqua, almeno 1.5/2 lt al giorno;
  • evitare i fattori di stress, cercando di individuare alcune valvole di sfogo che possano aiutare a gestire correttamente le nostre emozioni.

Tipologie di lassativi per la stitichezza cronica: emolliente, stimolante, che forma massa

Spesso, in caso di stitichezza cronica, le buone abitudini alimentari possono non essere sufficienti per ritrovare il benessere intestinale. Inoltre, esistono alcune persone che sono refrattarie a una dieta ricca di fibre. In questi casi occorre intervenire con trattamenti personalizzati, sicuri ed efficaci in base alle esigenze di ogni persona che ne soffre.
Lasciando da parte tutte le indicazioni comportamentali e sulle abitudini alimentari contro la stipsi, concentriamoci per un attimo sui trattamenti lassativi. 
Come sappiamo, i lassativi per la stitichezza si differenziano per i diversi meccanismi d‘azione:

  • emolliente – è un lassativo composto da sostanze oleose e lubrificanti (quali: ricino, glicerina, paraffina). Queste sostanze permettono di ammorbidire la consistenza delle feci, favorendone il passaggio lungo l’intestino fino all’evacuazione;
  • stimolante – è un lassativo (purgante) o un preparato erboristico a base di prodotti vegetali (piante come: aloe, senna, cascara, rabarbaro) che contengono agenti irritanti (glicosidi antrachinoni), che fungono da stimolo per le pareti della mucosa intestinale provocando forti contrazioni e conseguente evacuazione;
  • che forma massa – è un lassativo o un preparato di erboristeria composto da fibre alimentari vegetali (semi di psillio o di lino) che assunte con grandi quantità di acqua formano un gel che aumenta il volume delle feci, le ammorbidisce e promuove la motilità intestinale (peristalsi).

Ciascuna di queste categorie può avere delle modalità di utilizzo differenti. Per esempio, i lassativi stimolanti vanno evitati in caso di gravidanze e, a causa della loro azione irritante, non vanno mai usati per lunghi periodi. Per quanto riguarda i lassativi che formano massa, vanno assunti attenendosi alle informazioni riportate sul foglietto illustrativo. Infatti, i lassativi a base di fibre dovrebbero essere considerati in situazioni specifiche, come durante una dieta a basso contenuto di fibre e quando non si manifestano gonfiori o la sindrome dell’irritabile intestino (IBS). Se non utilizzati nella maniera corretta, potrebbero in alcuni casi portare a episodi di tensione addominale e flatulenza.

Infine, gli emollienti possono causare fenomeni di incontinenza fecale e interferire con l’assorbimento di vitamine.
Oltre a queste tipologie di lassativi, esistono i lassativi osmotici, che possono essere di tipo salino oppure a base di molecole inerti, che non vengono assorbite come il macrogol. Si tratta di una molecola che trattiene acqua nell’intestino, permettendo di ammorbidire le feci e facilitare la loro evacuazione, senza interferire con l’equilibrio elettrolitico dell’organismo.

Ferma restando la necessità di affidarsi al consiglio competente del medico o del farmacista di fiducia, i lassativi osmotici sono un utile rimedio per stitichezza cronica. Vediamo nel dettaglio come funzionano i lassativi osmotici.

Lassativo osmotico: un rimedio utile per la stitichezza cronica

Uno dei principali vantaggi del lassativo osmotico per la stitichezza cronica risiede proprio nel suo meccanismo d’azione. Questo lassativo, infatti, agisce creando uno stimolo attraverso un meccanismo che, di fatto, è fisiologico. Attraendo acqua nelle feci, il lassativo contribuisce ad aumentarne il volume, formando una pressione sulle pareti intestinali, che a sua volta provoca una contrazione “naturale”.
I lassativi osmotici, però, non sono tutti uguali. Quelli salini e il lattulosio agiscono, infatti, mediante un meccanismo osmotico basato sul passaggio di acqua da fuori l’intestino a dentro l’intestino, che ammorbidisce le feci e ne aumenta il volume.
Partendo da semplici regole e parlando con il tuo medico o farmacista di riferimento potrai scoprire che grazie ai molti rimedi esistenti in commercio, per ognuno di noi si può trovare un rimedio contro la stitichezza cronica. Una volta esclusi disturbi organici e ostruzioni intestinali, l’obiettivo del medico sarà quello di trovare una giusta strategia per superare questo disturbo intestinale funzionale.

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